Foto - grafia: scrivere con la luce.
- Mente Fotografica
- 20 mar 2020
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Riprendendo le fila di quanto già detto, la fotografia pone dunque le sue fondamenta sugli studi e sull'osservazione di un fenomeno chimico e uno fisico legati rispettivamente al comportamento ed all'azione della luce.
Alla base della fotografia (e delle macchine fotografiche) sussistono studi inerenti al funzionamento di un dispositivo ottico chiamato: CAMERA OSCURA.
Essa non è altro che una "scatola scura" alla cui estremità veniva fatto un foro stenopeico e al suo interno, nel retro, si trovava un piano di proiezione dell'immagine. Nonostante la sua semplicità, la scoperta della camera oscura ha rivoluzionato il modo di concepire l'arte tradizionale ed è diventata la "pietra miliare" della fotografia, basti pensare che tutt'oggi definiamo le moderne reflex come fotoCAMERE.
Nel 1039 gli studi condotti dallo scienziato islamico ALHAZEN coniarono per la prima volta nella storia il termine "CAMERA OBSCURA" definendola come "scatola nella quale tutte le immagini si riproducono”.
La camera oscura per secoli sarà utilizzata nel mondo dell'arte, è da immaginarsi infatti come una vera e propria stanza nella quale l'artista lavorava. Durante i secoli gli studiosi apportarono dei miglioramenti. Giusto per elencarne alcuni:
- 1214-19 Ruggero Bacone (fondatore del metodo scientifico) capì che il foro stenopeico era importante per la luminosità e la qualità dell'immagine prodotta, asserendo nel "DE MOLTIPLICATTIONE SPECIERUM" che <<l'immagine sarà tanto più nitida quanto più piccolo sarà il foro, ma al tempo stesso meno luminosa>>.
- 1550 Girolamo Cardano introdusse una lente convessa all'interno della camera oscura per aumentare e concentrare la luce all'interno di essa.
- 1568 Daniele Barbaro per migliorare e ridurre le aberrazioni introdusse un diaframma.1657 Kaspar Schott costruì una camera oscura composta da due cassette scorrevoli, una dentro l'altra, queste permettevano di variare la distanza tra le lenti ed il piano su cui si forma l'immagine e quindi di mettere a fuoco (nasce così il primo teleobiettivo).
Nel 1400 Filippo Brunelleschi grazie all'utilizzo della camera oscura svilupperà la "rappresentazione prospettica" che arriverà poi a noi grazie al "De Pictura" di Leon Battista Alberti; anche Leonardo da Vinci utilizzerà il modello della camera oscura per spiegare le funzioni di base del "processo visivo", paragonando il foro stenopeico alla pupilla umana. Lo stesso Michelangelo Merisi da Caravaggio, infine, quale maestro del chiaroscuro, utilizzerà nei i suoi lavori la camera oscura per ritrarre i modelli delle sue opere.
Si deve all'intuizione di Johann Zahn, datata fine 1600, il fatto che oggi la fotografia può essere scritta con la "penna" che tutti noi conosciamo, ovvero la reflex. Egli infatti, creò la prima camera oscura con al suo interno uno specchio posto a 45° che permetteva di raddrizzare l'immagine prodotta dal foro e quindi proiettarla dritta su un vetro smerigliato che fungeva da piano su cui veniva appoggiato un foglio di carta.
Da quel 1685 l'uomo era pronto a riprodurre con buona qualità le immagini esterne ad essa ma non era ancora capace di fissarle automaticamente al foglio su cui venivano proiettate.
Bisognerà ancora attendere prima che il "processo magico" avvenga e che il mondo veda nascere concretamente le prime foto, ma questa è un'altra storia che ripercorreremo insieme più in là.

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