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La fotografia si mette a nudo.

  • Immagine del redattore: Mente Fotografica
    Mente Fotografica
  • 28 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Subito dopo l’invenzione del Dagherrotipo partono i primi esperimenti di ritratto fotografico. In questa ottica nascerà il “nudo femminile”, ovvero una forma di ritratto fotografico avente come soggetto una modella nuda. Nascono principalmente dal bisogno dei pittori di riprodurre la figura umana senza aver bisogno della presenza fisica di una modella. Essendosi prestate in origine al mondo della pittura, le prime fotografie di nudo seguiranno i canoni del neoclassicismo. I soggetti che la “fotografia erotica” ritraeva erano solitamente quasi o completamente nudi, fu per questo motivo che lo Stato Pontificio cercò inutilmente di limitare con un atto legislativo quanto stava nascendo, stabilendo che l’esercizio della fotografia come professione doveva essere subordinato ad uno specifico nulla osta rilasciato dall’autorità di polizia e che il semplice possesso di una fotocamera andava denunciato. Gli artisti adottarono presto la tecnologia fotografica come un nuovo modo di rappresentazione del corpo umano nudo, allora esclusivamente rivolto al genere femminile. Almeno inizialmente cercarono di seguire gli stili e le tradizioni della forma d'arte. Tutti gli studi di nudo dovevano essere registrati e approvati direttamente dal governo, altrimenti non avrebbero mai potuto essere messi in commercio. La prima modella di nudo fotografico fu Adah Isaacs Menken, attrice e poetessa americana.

August Belloc a partire dal 1853 sarà uno tra i primi fotografi di nudo, specializzandosi poi nelle foto espressamente erotiche per le quali fu condannato nel 1857 dalla polizia per “offesa alla pubblica moralità”. Si ipotizza inoltre che il quadro “L’origine du monde” di Gustave Courbet si ispirasse alle sue foto, scattate l’anno precedente a Parigi - questa ipotesi è dettata dal fatto che i primi dagherrotipi che ritraevano le donne nude, si concentrassero solo sui loro genitali, dati i tempi abbastanza lunghi per la realizzazione dei dagherrotipi.. Con l’avvento della stereoscopia nel 1838 la fotografia erotica fece un passo in avanti, in quanto la tridimensionalità di quel procedimento si sposava bene con la raffigurazione del nudo.

Nel 1848, e fino al 1860, Parigi divenne la capitale di questo commercio. Con l’affermarsi della tecnica calotipica, quindi riproducendo in serie l’immagini ottenute dal negativo, venne creato un vero e proprio business intorno al nudo fotografico femminile. In quegli anni assisteremo alla creazione delle “cartoline erotiche”.


Molte cartoline francesi presentavano donne nude in pose erotiche. Queste venivano definite semplicemente come cartoline, ma ovviamente il loro scopo primario non era per l'invio tramite posta, perché in tal caso sarebbero state immediatamente bloccate. Commercianti di strada, tabaccherie, e una varietà di altri fornitori hanno comprato fotografie di questo tipo per la rivendita ai turisti. La vendita di foto di nudi erotici era vietata, pertanto molte di queste cartoline sono state vendute "sottobanco". L'entusiasmo con cui si abbracciò il nudo erotico in aspetto di cartolina sollevò anche alcune questioni giuridiche, in quanto molti individui venivano incoraggiati ad esportarle oltre i confini nazionali e molti turisti da parte loro cercavano di farle entrare nel proprio Paese. Nei primi del ‘900 il nudo femminile ebbe infine la sua consacrazione. Infatti con l’avvento dei movimenti artistici avanguardisti, come il Surrealismo e il Dadaismo, divenne una vera e propria forma d’arte. Tra i più celebri fotografi del primo Novecento è possibile annoverare Edward Weston, Imogen Cunningham e Man Ray.


Le fotografie di quegli anni seguiranno in parte le forme del pittorialismo in altre invece seguiranno nuovi approcci e nuove tecniche per realizzare le opere. Tutt’oggi il nudo artistico è un settore per pochi, diviso ancora tra arte e pregiudizio. Ma il suo senso antico fa si che questa tipologia fotografica sia quella che rappresenti di più la sua vicinanza con la “sorella” pittura. Le mille sfumature che nel tempo l’hanno caratterizzata partendo dal semplice ritratto del corpo umano alla contestualizzazione di un corpo nello spazio, l’hanno resa estremamente affascinante e intima, mostrando al mondo la bellezza e la sinuosità del corpo umano, svestendolo sì del pudore sociale, ma ridandogli il suo spazio, il suo valore.




Immagini ©Googlee Imagini

 
 
 

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